Da qualche mese sul desktop del mio pc vegeta l’immagine del Pollofiat. Questa primavera ho pubblicato un articolo dedicato alla Taverna del Santo Palato, il primo ristorante futurista aperto a Torino, in via Vanchiglia, 86 anni or sono (era l’8 marzo 1931). Bene, il sudetto post aveva suscitato un certo interesse, specialmente sui social, dove tanti lettori mi hanno lasciato un commento, una nota o un consiglio sul Futurismo e il suo legame con il cibo. L’argomento si è rivelato davvero curioso, e ricco di sfaccettature che in parte ho approfondito in questi mesi (dalle influenze della cucina futurista nel Quattrova illustrato, al menù futurista di Morgan a Cuochi per un giorno…). Bhe, il Pollofiat, la cui immagine era stata salvata da inserire nel post per completezza, è rimasto sul desktop per tutti questi mesi, come una specie di pungolo quotidiano a tutto quello che non so del Futurismo, e che almeno per amore famigliare (mio fratello è un appassionato aereopittore) dovrei conoscere. Per fortuna il blog e le strade che inaspettatamente prende questo mio spazietto, arrivano dove neanche la mia fantasia riuscirebbe a portarmi.
Lunedì scorso ho avuto la fortuna di partecipare ad una vera e propria serata futurista, o meglio, ho assistito alla competizione Miscelatore Record Nazionale 2017, prestigiosa kermesse che ogni anno decreta la polibibita in grado di rappresentare il futuro della miscelazione futurista. Ora io, che avevo appena una vaga idea di queste polibibite nel passato, non sospettavo minimamente che potessero essere vive e presenti sui banconi dei bar della contemporaneità! Quello che mio fratello ha sempre cercato di farmi vedere nel Futurismo è la sua incredibile capacità di rigenerarsi, una poliedrica, cangiante attitudine di ispirare nel tempo l’Arte e gli artisti. Devo essere sincera, fino a lunedì sera non avevo compreso fino in fondo questo aspetto, ma trovarmi catapultata in una grande, colorata festa futurista ha snebbiato la mia mente 😉 .
La competizione, promossa dalla casa astigiana Giulio Cocchi (in collaborazione con altre case liquoristiche italiane -Alpestre, Campari, Fabbri, Luxardo, Nardini, Strega,Tassoni, e Vecchia Romagna) è stata sostanzialmente la sfida tra i 10 miscelatori italiani selezionati per la finale. Non pensate ad una cosa rigida e noiosa. Tutt’altro. Io sono qui che scrivo indecisa tra la parola festa e la parola competizione. Da un lato voglio rendere l’atmosfera allegra, la musica surreale, il coinvolgimento del pubblico e la sua partecipazione chiassosa -con maracas- alla sfida, dall’altro non voglio togliere nulla all’incredibile professionalità e competenza tecnica dei miscelatori (barman e barlady di tutta Italia) e alla serissima giuria (composta da Fulvio Piccinino, Mauro Mahjoub, Leonardo Leuci, Rossella De Stefano e Roberto Bava). Niente, alla fine l’unica definizione utile che mi viene in mente è una gran serata futurista, una gara in mezzo a una festa, e su tutto la fantasia futurista ispirata e vitale.
Vedere preparare i cocktail è per me sempre affascinante, ma vedere preparare queste polibibite direttamente dai loro autori, ascoltandoli e osservandoli nella costruzione, non di una bevanda standardizzate e nota, ma di una ricetta elaborata personalmente applicando i canoni dello stile di miscelazione futurista è stata una vera e propria magia.
Negli anni venti e trenta, gli artisti aderenti al Futurismo, crearono le miscele più originali della storia dei cocktail, questo sia nella proposta in sé, sia nello studio degli abbinamenti, con la dichiarata intenzione di stravolgere e innovare il conosciuto dei quisibeve (i bar). Le polibibite (nome autarchico italiano in sostituzione dell’anglofono cocktail) furono ideate nell’ottica di essere funzionali all’azione da intraprendere dopo la bevuta. Per questo motivo la carica alcolica della bevanda aumentava a seconda della difficoltà dell’azione. Decorazioni e abbinamenti divennero parte integrante delle bevande, facendo divenire così le polibibite delle autentiche e provocative opere d’arte temporanee. Tutte le polibibite in gara lunedì 26 luglio all’ NH di Torino avevano queste caratteristiche (qui le ricette), ma su tutte ha svettato la creazione di Elisa Favaron, che è stata incoronata Miscelatore Record Nazionale 2017 grazie a “LA SFACCIATA” – Un polso di Riserva Nardini 40° (25ml); un polso di Sangue Morlacco (25ml); un polso di Barolo Chinato Cocchi (30ml); Meringa Italiana; Ciliegia Fabbri; colorante alimentare nero.
La SFACCIATA comincia con la storia di una giovane donna che siede sola al bancone del bar. È una donna che vuole essere guardata in tutta la sua violenta, meravigliosa femminilità, ha uno sguardo di intensa meraviglia, di voluttuosa arroganza: lo sguardo di chi vuole essere guardata, ma sa stare sola! La SFACCIATA è un drink femmino e complesso (sicuramente futurista al 100%), in equilibrio tra Maschilie e Femminile e proteso nella ricerca di nuova armonia fra Corpo e Anima. Molto simbolicamente prima di raggiungere la bevanda vera e propria si incontra una sensuale ciliegia Fabbri, e una soffice meringa. Insomma una di quelle cosette concettuali che mi piacciono tantissimo, e che rapiscono prima la mente e poi il palato (Santo o profano). L’avete capito vero? La serata aveva un fascino raro, l’atmosfera era d’altri tempi (i colori dei gilet alla Depero, la musica e i clangori di Mirko Dettori), la gara sincera e sportiva, le bevande inebrianti con adeguato mangia-in-piedi… Raramente ho partecipato ad un evento così felice e curioso, per cui ringrazio di cuore Cocchi patron dell’evento per essere riuscita a rendere reale una fantasmagoria così bella, e per aver dedicato questa sfida* a tanti giovani miscelatori così preparati, sensibili e creativi.
Amici cari, non avrei mai pensato di dirlo, ma il Futurismo è vivo, vivissimo, e lotta con noi!
*L’iniziativa della competizione prosegue idealmente il progetto iniziato tre anni fa con la pubblicazione del volume “La Miscelazione Futurista. Polibibite: la risposta autarchica italiana ai cocktail degli anni Trenta” (Fulvio Piccinino, edizioni CocchiBooks) inserito tra i 10 migliori libri di miscelazione al mondo al Tales of the Cocktail e ristampato nel 2016 in un’edizione arricchita. Alla pubblicazione del volume si è affiancata un’intensa attività di seminari ed eventi a tema sulla miscelazione futurista. Per info e date consultare il sito www.cocchi.it
Silvia says
No ecco io… Sono sbalordita! Mi hai aperto troppe finestre tutte insieme, ora mi impallo! ??? che dire… Mi piacciono i liquori che hai nominato, adoro il decò e le grafiche anni 30, e ora sono troppo incuriosita da tutto questo!